scritto da: Nicola Santagelo


prima parte - seconda parte

IL CAVALLO

I Cavalli sono gli unici ad avere la possibilità di scavalcare tutti gli altri pezzi. Ciò li rende davvero efficaci nelle posizioni chiuse, ma vulnerabili di fronte agli Alfieri nelle posizioni con diagonali aperte.

1) I Cavalli hanno bisogno di punti d’appoggio avanzati se vogliono sperare di competere con gli Alfieri.

Un punto d’appoggio, vale a dire una casa avanzata non controllabile da pedoni nemici, è ideale se si trova sulla sesta traversa anche se già in quinta gli da più forza rispetto all’Alfiere. Un Cavallo in quarta è un pezzo ancora forte, ma la sua forza diminuisce via via che retrocede in terza, seconda, prima traversa. In particolare queste ultime non rappresentano una buona dimora per i cavalli e dovrebbero servire solo come trampolino di lancio verso altri lidi.

In e6 la forza del cavallo risplende e il Bianco domina

scritto da: Nicola Santagelo


prima parte - terza parte

Analizziamo dapprima le peculiarità delle singole figure.

L’ALFIERE

Tre sono le possibilità. Un Alfiere può essere:

Buono - I pedoni centrali non si trovano su case del suo stesso colore e dunque non ostruiscono i suoi movimenti.

Cattivo – I pedoni centrali sostano su case del suo colore e quindi bloccano i suoi movimenti

Attivo – L’Alfiere ha un ruolo attivo nella posizione, indipendentemente dal fatto che sia buono o cattivo.

A dire il vero, a rigor di logica, credo che l’etichetta di buono o cattivo potrebbe essere fuorviante e ciò che a mio avviso davvero potrebbe essere pertinente è far sì che in ogni caso l’Alfiere risulti attivo.

A tal proposito vorrei già qui enunciare un concetto all’apparenza contraddittorio ed oscuro che pare abbia avuto la paternità del G.M. Mihai Suba: Molte posizioni si tengono in piedi e risultano forti grazie all’esistenza di un Alfiere Cattivo, Buono ( o se preferite un Alfiere Buono, Cattivo)

scritto da: Nicola Santagelo


seconda parte - terza parte

Il valore relativo dei pezzi minori (Alfiere e Cavallo) è una questione di enorme importanza nel gioco dei giorni nostri. Sempre più spesso, infatti,  la superiorità nel mediogioco spetta a chi possiede i migliori pezzi leggeri. Nel gioco moderno vengono largamente utilizzate strategie in cui trasformazioni di materiale mettono in risalto le possibilità dinamiche della posizione come ad esempio il sacrificio di un pedone, il sacrificio di qualità, oppure combinazioni di due o tre pezzi minori opposti alla Donna. A fronte di tutto ciò sorprende quindi che sia dovuto passare così tanto tempo prima che, nello scacchismo moderno, il ruolo dei pezzi minori venisse“ridefinito”. La battaglia che va in scena tra questi pezzi è senza alcun dubbio tra le più importanti e al tempo stesso più sfuggenti del nostro gioco. Contro un avversario di livello inferiore ad un buon giocatore riuscirà spesso di crearsi un Cavallo potentissimo contro un Alfiere infelice o viceversa. Quando però dovrà a sua volta affrontare un avversario più quotato, il suo pezzo leggero soffrirà di fronte a quello della controparte. Non si sfugge a questo circolo vizioso: soltanto una profonda comprensione delle necessità di entrambi i pezzi permetterà di non soccombere in questa difficile lotta.